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Autoprotettori a ciclo aperto


L'autoprotettore e' una tipologia di apparecchio che permette una respirazione autonoma e quindi viene indossato dai vigili del fuoco e permette viste le sue caratteristiche la piena liberta' di movimento. Questo tipo di DPI ( dispositivo di protezione individuale ) viene utilizzato ogni volta che i soccorritori sono costretti ad operare in situazioni dove l'aria che si respira normalmente presenta degli agenti inquinati ( per esempio la presenza di fumi, di polveri, gas tossici,...) in generale sostanze che non possono essere inalate.

L'autoprotettore ha un periodo di utilizzo limitato che varia in funzione della capacita' di aria che puo' contenere la bombola di cui e' dotato, ma varia anche in funzione del tipo di respirazione che ha l'operatore e dal tipo di mansione che sta svolgendo, l'aria che viene espirata dall'operatore viene dispersa poi nell'ambiente esterno. Gli autoprotettori sono del tipo a "sovrappressione" ovvero e' sempre presente l'aria nella maschera.
Questa tipologia di DPI e' molto comune nei vigili del fuoco, che devono essere sempre in grado di operare nel miglior modo possibile con esse, ed e' per questo che settimanalmente vengono svolte delle esercitazioni o semplicemente delle prove per acquistare maggiore praticita' e sicurezza nell'utilizzo. Gli autoprotettori vengono periodicamente controllati dal laboratorio dell'unione distrettuale e dopo ogni loro utilizzo dal responsabile incaricato.

L'autoprotettore completo e' composto da una bastino, una bombola, un erogatore ed una maschera.

- Bastino: schienale di materiale plastico che permette il fissarvi la bombola e trasportarla come un comune zaino.

- Bombola: sono generalmente costituite in acciaio, ma negli ultimi anni stanno prendendo piede nuovi modelli in materiale composito che hanno un minor pesorispetto alle prime e consentono l'immagazzinamento di una quantita' di aria maggiore. Generalmente tutte le bombole hanno una capacita' di 7 litri di aria e sono caricate a una pressione di 300 bar quelle di ultima generazione in materiale composito e i modelli piu' recenti in acciaio e 200 quelle in acciaio piu' longeve.

- Erogatore: vi si collega ad esso la bombola. Essa e' attaccata ad un primo riduttore di pressione (che dalla pressione della bombola, viene abbassata di 5/6 bar). Il tubo prosegue poi andando a collegarsi con l'erogatore stesso, dove la pressione viene ulteriormente abbassata da 5/6 bar a 1 bar. Su un secondo tubo e' disposto il manometro su cui e' controllabile, anche al buio, la quantita' di aria ancora a disposizione. E' presente inoltre un sistema di allarme sonoro in prossimita' dei 50 bar rimanenti nella bombola per segnalare all'operatore che deve portarsi in zona sicura visto la fine dell' aria. Alcuni erogatori inoltre permettono il collegamento di una seconda utenza che puo' servire ad esempio per un ferito.

- Maschera a pieno facciale: permette la copertura dell'intero viso, e' dotata di un innesto per erogatore e puo' essere di 2 tipi: a 5 punti o ad aggancio rigido. Il primo e' quello tradizionale con il fissaggio della maschera con 5 cinghie sul capo dell' operatore mentre il secondo ha 2 ganci in plastica predisposti per il fissaggio sul casco MSA Gallet F1. Al termine di ogni utilizzo le maschere vengono accuratamente lavate e disinfettate prima di riporle nei loro contenitori e sugli automezzi.
Il corpo di Storo per quanto riguarda la ricarica delle bombole si affida al corpo di Pieve di Bono dove ha sede uno dei laboratori autoprotettori del distretto delle Giudicarie.

Il corpo dispone di:
- Bombole in acciaio, no18
- Bombole in composito, no4
- Bastini, no14
- Maschere, no30

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Vista Storo
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